Un risultato incredibile, che secondo alcuni analisti sarebbe dovuto… ai sondaggi stessi. Non è un rompicapo, è la sinistra d’Oltralpe che sta impazzendo e che di fronte all’avanzata della febbre frontista ha deciso di rispondere distruggendo i termometri. “I sondaggi fanno il gioco del Fn?” si chiede oggi Le Monde, in apertura del suo portale on line.
Il dibattito ferve: “Non si può negare che si assiste da diversi anni a una dinamica favorevole al Front national, ma non si sa se è veramente endogena. I sondaggi registrano solo un movimento che esiste di per sé oppure questo strumento di misurazione partecipa ad alimentare l’onda? Il dibattito non è chiuso”, spiega Joël Gombin, politologo dell’Université de Picardie – Jules Verne, che aggiunge: “La moltiplicazione dei sondaggi che piazzano il Fn al centro del dibattito contribuisce a definire un’agenda politica”.
Alexandre Dezé, dell’Université Montpellier 1, denuncia il ruolo dei sondaggi nella costruzione mediatica della popolarità del Front national dopo l’arrivo alla guida di Marine Le Pen, mentre per lo studioso i fondamenti ideologici del partito e la natura del suo elettorato non sono troppo cambiati.
Ovviamente la natura dei sondaggi, la loro affidabilità e la loro influenza sull’agenda politica sono da tempo dibattuti. La cosa, però, dovrebbe riguardare tutti i partiti, a prescindere da congetture sulla loro presunta “ripulitura ideologica” o meno. Ma soprattutto stupisce che le élite della comunicazione transalpina non abbiano ancora avviato una discussione seria sulle reali radici del successo frontista, che affondano nei nodi irrisolti della società francese e non certo nel modo di misurarne i risultati.
E se anche i sondaggi contribuissero a creare il successo del Fn anziché semplicemente a registrarlo, questo non dovrebbe certo essere affare di sondaggisti.